La Città Metropolitana di Torino

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Da alcune settimane è in corso la consultazione per la revisione della bozza di ‪#‎Statuto della novella ‪#‎CittaMetropolitana di ‪#‎Torino.

Dal sito internet della città la partecipazione è rivolta “a chiunque intenda proporre osservazioni, integrazioni e proposte di modifica sul documento”.

Noi, con questo breve intervento, vorremmo formulare un intendimento sull’iniziativa della Città Metropolitana.

Intendimento che vogliamo pubblicare affinché:

L’invito a partecipare e rafforzare il Nostro piuttosto che il Vostro punto di osservazione nasce e si consolida anche per effetto di una richiesta informale che avevamo avanzato, è vero semplicemente via twitter, allorquando ci soffermavamo su di un articolo apparso sulla rivista elettronica dell’ente ‪#‎Cronache che, al riguardo dell’ “operazione Statuto aperto”, stavano “giungendo le proposte di integrazione e i suggerimenti dei vari soggetti portatori di interesse”.

Portatori di interesse: dunque ‪#‎stakeholder?

Perché Noi eravamo rimasti al chiunque intenda proporre osservazioni, integrazioni e proposte di modifica sul documento entro il 5 marzo

Ma. #ahime, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Alcun tweet dall’ente.

Quindi, non sapendo se possiamo dunque essere considerati stakeholder rimaniamo al Nostro chiunque. E continuiamo ad aspettare.

Anzi, non desistiamo dall’idea di partecipare. E far partecipare, invitando chi ritenesse valide in toto o in parte le Nostre chiavi di lettura a partecipare! Magari copiandoci … 🙂 … !

 

Si trova, in questo momento, fuori luogo pensare di poter effettuare la ripresa della migliore rappresentanza territoriale recuperando l’elezione a suffragio universale dei componenti il ‪‎Consiglio Metropolitano. Iniziativa che, apprezzabile in sé, pare stia raccogliendo adesioni tra diversi amministratori interpellati durante le consultazioni sulla bozza costringerebbe a superare l’impasse – anche e soprattutto politico – del c.22 della #leggeDelRio (… E’ … condizione necessaria, affinche’ si possa far luogo a elezione del sindaco e del consiglio metropolitano a suffragio universale, che entro la data di indizione delle elezioni si sia proceduto ad articolare il territorio del comune capoluogo in piu’ comuni …).

Certamente auspicarlo non fa male. Potrebbe pur essere un modo per recuperare e dare risalto ad una riforma che stenta a manifestarsi.

Ma, il timore di sottrarsi ad un reale confronto su questioni più importanti che potrebbe suscitare lo #Statuto ce ne sono.

 

Qui, di seguito, alcuni spunti che riteniamo di poter condividere:

Art. 1 La città metropolitana di Torino

3. In tale ambito persegue le seguenti finalità istituzionali, tenendo conto delle specificità

territoriali:

– …;

– promozione della tutela e della valorizzazione delle identità culturali in un quadro

organico, integrato e policentrico;

5. La Città metropolitana ispira la sua attività ai seguenti principi:

g) promuovere e sostenere, nel rispetto della legge e delle nostre identità storico-culturali, la

multiculturalità e l’integrazione come risorsa della collettività nel rispetto dei diritti di

cittadinanza e di tutela dei nuovi cittadini e delle minoranze, …;

i) salvaguardare e valorizzare le diverse risorse culturali, storiche, artistiche, paesaggistiche ed

ambientali del proprio territorio;

L’ente persegue … finalità istituzionali: … .

Se queste sono le finalità – gli scopi? la cornice? – perché ripetere, ritornare, ribadire più volte su questo aspetto delle identità culturali.

– nel rispetto delle nostre identità storico culturali, promuovere la multiculturalita (lett. g);

– salvaguardare le diverse risorse culturali (lett. i).

e) perseguire la realizzazione della parità di genere, adottando anche azioni positive idonee ad assicurare pari opportunità per tutti e impegnandosi garantendo ad assicurare la presenza paritaria di entrambi i sessi in tutti gli organi e le strutture organizzative collegiali dell’Ente e a contrastare

ogni forma di violenza di genere…

L’art. 6 d.lgs. 267/2000 TUEL gli statuti di Comuni e ‪#‎Province‬ devono prevedere norme per assicurare condizioni di pari opportunità e per “garantire” la presenza di entrambi i sessi in organi etc.

All’art. 1 c.5 lett. E) – principi ispiratori dell’ente – ritroviamo quello di perseguire la realizzazione della parità di genere … “impegnandosi” ad assicurare la presenza paritaria di entrambi i sessi …

Impegnandosi? O, sarebbe meglio dire, “garantendo”? Per evitare equivoci interpretativi.
Vincolarsi ad una promessa non è dare per certo, mettersi risolutamente in un’impresa non è vincolare.

Sono state promosse osservazioni circa le enunciazioni contenute nella bozza di ‪#‎Statuto‬ della ‪#‎CittaMetropolitana‬ di ‪#‎Torino‬ relativamente al servizio idrico ed all’‪#‎acqua‬ (artt.1 c.5 lett.n – 9 e 10)

Premesso che “rimane” affermato (rispetto allo Statuto della ‪#‎Provincia‬ 1.0) – non più tra gli obiettivi ma tra i “principi” ispiratori della ‪#‎CittàMetropolitana‬ di “assicurare il diritto universale all’acqua potabile, per la sua peculiarità di bene essenziale alla vita, attraverso la garanzia dell’accesso individuale e collettivo dei cittadini alla risorsa.”

Perché ri-affermare che il servizio idrico integrato deve essere privo di rilevanza economica. Oppure prevedere che la gestione della rete e l’erogazione del servizio abbiano luogo soltanto attraverso enti o aziende pubbliche.

Perché continuare a vedere il ‪#‎mercato‬ come una zona moralmente neutra che non avrebbe bisogno di sottoporsi ad alcun giudizio etico.
Perché continuare a credere che solo uno “statalismo centralistico” (e politicamente ipertrofico!) sia in grado di armonizzare “meglio” le prestazioni dei servizi piuttosto di un “regolatore” sicuro e autorevole (non autoreferenziale) che si limiti a riconoscere e valorizzare l’autorganizzazione di soggetti ed enti. Questi ultimi chiamati ad essere in grado di far fronte alle “regole di esercizio” dettate e realizzando, con ciò, le premesse che sia una leale competizione a stabilire i confini tra i diversi soggetti (economici).

Art. 8 Pianificazione territoriale

All’art.1 c.5 lett. p)

p. promuovere e coordinare i sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione attraversa la formazione ed integrazione delle banche dati territoriali ed ambientali, attraverso la cartografia digitale e gli osservatori tematici.

Art.8 c.4

In raccordo con le competenze e le iniziative della Regione Piemonte e degli enti competenti, la Città metropolitana persegue la migliore omogeneità e integrazione delle normative edilizie locali e promuove la formazione ed integrazione delle banche dati territoriali ed ambientali, attraverso la cartografia digitale e gli osservatori tematici.

L’Ente si ripromette di promuovere e coordinare i sistemi di…

Se tali sono i principi perché, non si rifugge da inutili verbosita. I principi ispiratori sono fondanti o no?

Perché non si rimane ancorati a precisi doveri di snellimento e ‪#‎semplificazione‬ anche in fase di elaborazione di testi di così ampio respiro quali dovrebbero essere gli Statuti?

Parlare di piattaforme #opendata no!

Art. 13 Sviluppo sociale

La Città Metropolitana promuove il benessere individuale e collettivo e la sicurezza sociale attraverso lo sviluppo di politiche proprie e interistituzionali, finalizzate a garantire la conoscenza e l’esigibilità dei propri diritti, l’autonomia e la vita indipendente, il contrasto alle povertà, il superamento delle fragilità e degli svantaggi favorendo l’accesso ai servizi e l’omogeneità armonizzazione di prestazioni, anche sostenendo e incrementando la creazione di Osservatori, per monitorare e approfondire fenomeni sociali e culturali emergenti che impattano sulla qualità della vita e sulla salute della popolazione.

Tra gli svariati profili su cui si sofferma il redattore della bozza si sottolinea il concetto “… favorendo l’accesso ai servizi e l’omogeneità di prestazioni …”

Perché parlare di omogeneità delle prestazioni piuttosto che di armonizzazione.

L’omogeneità è propria di “uniformità” mentre l’armonizzazione volge lo sguardo più all’equilibrio, all’accordo.

Allorquando si parla di “sicurezza sociale” all’art.13 <Sviluppo sociale> o, in alternativa, altrove nessun riferimento, neppure vago, al ruolo – se mai ne dovesse avere uno – della Polizia Provinciale.

Amnesia?

Esigenze di riorganizzazione collocate altrove rispetto alle volontà dell’Ente che, comunque, è subentrato alle funzioni della Provincia tout-court? Limbo?

E non credo si possa pensare che basti semplicemente giustificare tale assenza alla luce della volontà del ‪#‎Governo‬ (ex novo a rischio delega da parte del ‪#‎Parlamento‬) che sta discutendo la Riorganizzazione dello dell’Amministrazione dello ‪#‎Stato‬ (ddl AS 1577).

E il riordino delle funzioni di polizia di tutela dell’ambiente e del territorio

Art. 24 La Conferenza metropolitana

è l’organo collegiale composto da tutti i sindaci dei comuni compresi nella Città metropolitana, con poteri propositivi, consultivi, nonché deliberativi in

relazione alla approvazione dello statuto e delle modifiche statutarie

Anche altri amminstratori hanno “chiesto” di rafforzare le competenze della ‪Conferenza Metropolitana.

In effetti l’articolo parla, in premessa, soltanto di “poteri propositivi, consultivi, nonché deliberativi” (questi ultimi solo in riferimento alla approvazione dello Statuto).

Non che i piccoli Comuni possano essere nelle condizioni di opporre veti o ostacolare chissà quali iniziative ma in effetti potrebbe essere estremamente facile “relegare” un ‪#‎Sindaco‬ e rendere arduo – più di quanto non lo sia ora – la rappresentanza del suo territorio in sedi istituzionali.

In aggiunta a ciò basta la motivazione per non conformarsi al parere della Conferenza.

“Allineati e coperti”?

Art. 26 Nomine dei rappresentanti della Città metropolitana

Ove non sia diversamente previsto dalla legge, la nomina, la designazione e, sussistendone i presupposti, la revoca dei rappresentanti della Città metropolitana presso enti, aziende, società od organismi comunque denominati sono disposte dal Sindaco metropolitano, sulla base degli indirizzi stabiliti dal Consiglio, rispettando il principio della parità di genere.

2. I rappresentanti dell’ente riferiscono e rispondono al Sindaco metropolitano e almeno annualmente al consiglio sulla attività compiuta nelle modalità previste nel regolamento.

Nomina e designazione di rappresentanti all’interno di ‪#‎partecipate‬ sono disposte dal ‪#‎Sindaco‬ metropolitano:

– secondo gli indirizzi del ‪#‎Consiglio‬;

– rispettando il principio della parità di genere.

Considerato che si tratta di “indirizzi” inevitabilmente dal contenuto politico non è un pò poco impostare / inquadrare la facoltà di scelta del Sindaco metropolitano soltanto al rispetto della parità di genere?

Prevedere – già nello Statuto – l’opportunità di una sorta di “fiducia” da parte del #Consiglio piuttosto che dei rappresentanti dell’area omogenea qualora attività o servizio non siano destinati all’intera area vasta è un’opzione che si apprezzerebbe.

La responsabilità ‪#‎politica‬ del #Consiglio non può essere soltanto nella gestione degli indirizzi poiché, in quanto “eletti da eletti” la responsabilità nei confronti del ‪#‎cittadino‬ rischia di affievolirsi fino a dissolversi.

Che la responsabilità pure sia del solo Sindaco Metropolitano è pure poco. Soprattutto se poi l’attività di quell’impresa non è riconducibile a tutta l’area vasta.

Art. 40 Obblighi di trasparenza degli organi della città metropolitana

1. Il Sindaco, il Vice sindaco e i consiglieri metropolitani assicurano, in conformità con la legislazione vigente, l’informazione sulle attività svolte e sulle condizioni economiche.

2. Il Consiglio metropolitano promuove la pubblicazione dei dati amministrativi che derivano dalle attività istituzionali dell’ente e ne favorisce l’utilizzo ai fini del perseguimento della finalità e dei principi ispiratori di cui all’art. 1 e dell’esercizio delle funzioni di cui all’art. 5 nonché ai fini della programmazione, gestione e valutazione dei servizi che ne conseguono secondo criteri di economicità, efficacia ed efficienza.

‪#‎Sindaco‬, ‪#‎ViceSindaco‬, ‪#‎consiglieri‬ assicurano l’informazione sulle attività svolte “conformemente” alla legislazione vigente.

Perché ripeterlo se occorre essere (naturalmente) conformi e corrispondenti alla legislazione vigente.

Tautologico? Superfluo? … forse.

Un dubbio: l’applicazione di criteri di economicità, efficacia ed efficienza sul punto.

Se promuove la pubblicazione / conoscibilità / di dati amministrativi perché, subito dopo, preoccuparsi di criteri di tal genere.

Un modesto quesito invece al Sindaco Metropolitano: perché parlare di un confronto con la ‪#‎Regione per definire quali siano i compiti e le deleghe della Città Metropolitana quando il progetto di ‪#‎LeggeRegionale conferma l’impostazione che tutte le funzioni attualmente esercitate dalle Province vengono pari pari girate al nuovo ente di area vasta.

Senza tanti ma e se!

 

Progetto di legge ‪#‎PDLregionale 86 presentato da ‪#‎Giunta #Regione ‪#‎Piemonte già dal 30dic14

 

‪#‎puntidivista #Torino ‪#‎agendapolitica

 

 

 

 

 

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