Unioni Civili? Di quale civiltà?

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In difesa della famiglia (?!)

Devo dirlo con chiarezza: queste settimane di discussione sulla legge per le unioni civili mi hanno annoiato.

All’inizio, come per quasi tutte le “annunciazioni” di Renzi, ci avevo sperato.

Fosse che fosse la volta buona?

Fosse che per una volta i due schieramenti contrapposti, cristiani e laici, sinistri e destri, conservatori e riformatori (nei loro incroci multipli e incoerenti) riuscissero a confrontarsi come se vivessimo in una società civile?

Pensiero breve. Come sempre, gli uni e gli altri hanno preferito buttarla in rissa.

Che è sempre il miglior modo per evitare di entrare nel merito, di dover argomentare argomenti pro o contro che in ogni caso potrebbero dar fastidio a qualcuno.

Da quel momento in avanti, per me, la noia è diventata mortale.

I soliti imbecilli, da una parte e dall’altra. La solita mancanza di dubbio, da una parte e dall’altra.
E l’assoluta incapacità di ascolto, da una parte e dall’altra.

Proviamo a riassumere:
– Di base, trovo che ci sia una grande ambiguità: nessuno di noi vuole uno stato islamico in Italia e credo che la maggior parte non vorrebbe neanche uno stato sionista e ancora meno riproporre l’apartheid.
Ma molti confondono le origini e le basi cristiane della nostra civiltà, da non dimenticare mai, con l’imposizione di regole religiose a tutti.
E qui no, non posso essere d’accordo. Rimango al Libero Stato in Libera Chiesa.

– Uno schieramento poderoso ritiene importante mantenere la famiglia tradizionale, quella unita dal matrimonio e composta da un uomo e una donna e figli conseguenti.
Una tradizione che sempre più viene minata da una società che “ha perso i valori“.
E qui concordo, ritenendo che i valori persi siano sopratutto la pazienza, la capacità di sacrificio, la voglia di impegnarsi anche e sopratutto nei momenti difficili.

Molti, tantissimi, ritengono che il matrimonio, derivandolo da quello religioso e dalla tradizione, non possa essere concepito se non come unione di uomo e donna.

Quindi non si può parlare di matrimonio gay. Non si può proprio usare il termine.

E qui, il colpo di genio: se non possiamo dare il matrimonio ai gay, diamo a tutte le convivenze la dignità (tradotto: i diritti) del matrimonio, diamo loro il nome di unioni civili e via, il risultato è raggiunto.

Se però provassimo a farci un’idea di ciò che disegnano le unioni civili rispetto ai matrimoni gay, siamo sicuri che i difensori della famiglia tradizionale abbiano imboccato la strada giusta?

Immaginiamo i due scenari:

Fossero stati concessi i matrimoni ai gay, avremmo una serie di coppie che oltre a convivere (come già fanno oggi), acquisirebbero alcuni diritti (eredità, pensioni di reversibilità, possibilità di assistere in caso di malattia, ecc.) e si caricherebbero di molti doveri (divorzio, sostentamento del coniuge più debole, ecc.).
Fastidioso, probabilmente, per chi ha fede (più o meno qualunque fede, visto che tutte condannano l’omosessualità. Ricordatelo: siete un po’ cristiani, un po’ musulmani, un po’ ebrei).
Ma in fondo accettabile. E qualunque coppia voglia immaginarsi un futuro insieme, partirà dalla pianificazione del proprio matrimonio.

Al contrario, vediamo ora con i patti civili.
Guardate quei due ragazzi, giovani, senza lavoro (normale, no?), tanto innamorati e tanto carini.

Si vogliono tanto bene e vogliono andare a vivere insieme.
Non possono permettersi il matrimonio, con cerimonia, inviti e tutto il resto.

Ma possono scegliere un modo più semplice di convivere, tanto per cominciare.
Tanto i diritti sono gli stessi. I doveri no, ma così è ancor meglio no? Ci fossero problemi, amici come prima e via.
Eh sì, bel risultato per chi vuol difendere la famiglia.

E qualcuno in parlamento si è anche vantato di aver vinto ….

– Attenzione però ai progressisti.

Quelli che “il mondo è cambiato”. Perchè sono altrettanto pericolosi.
Perchè il matrimonio (o il patto civile che sia), crea altri problemi, che si voglia o no.
E quello che colpisce di più le coscienze è sicuramente quello che coinvolge i bambini, cioè le adozioni.
Qui il discorso si fa delicato, perché i bambini, quelli sì, sono la base della nostra civiltà, quelli da proteggere in ogni modo e in ogni sfumatura.

Ora, è giusto concedere la possibilità di adottare bambini alle coppie omosessuali?
Errore, la domanda ancora una volta è ambigua.

Di cosa stiamo parlando in realtà?
Parliamo del desiderio di maternità e di paternità che tutti possono avere.
E che qualcuno ha la fortuna di soddisfare in modo “naturale”.

Molte coppie no, non riescono ad avere figli.
E si rivolgono ai medici.

E non parlo di gay. Parlo di uomo e donna.
Anch’essi colpiti dalla fortuna di uno stato illiberale che si occupa di loro.
Con il risultato di intervenire con la sua bellissima burocrazia, con norme e limiti per rendere più difficoltoso un percorso già non facile.
Alla faccia dello stato che aiuta tutti, in particolare chi ha minori possibilità.

Per gli altri c’è una grande, enorme risorsa. Ed è l’adozione, quella vera.
Tantissimi bambini, in Italia e nel mondo, sono purtroppo senza genitori e spesso in grandissime difficoltà.
Chiunque sia in grado di dar loro una casa, un sostentamento e sopratutto affetto è per me da ammirare e da aiutare in tutti i modi.

C’è poi un ultima categoria, quella che con grande senso del tempo ci ha voluto rappresentare quel gran … pensionato di Vendola.

Si tratta di persone egoiste, pronte a tutto per soddisfare i propri desideri ammantandoli con discorsi vuoti, autoreferenziali e senza senso.
Persone capaci di passare una vita a spargere parole in difesa dei più deboli e dimostrando poi la propria sensibilità usurpando ad una donna, in cambio del da loro tanto bistrattato vil denaro, ciò che di più intimo ha, il frutto della maternità.
E no, questo non può e non deve essere accettato.

Perchè sì, viva la libertà, ma non a scapito e sfruttando la libertà altrui.
Ancor più grave se dichiari di lottare contro la globalizzazione. Purchè sia quella degli altri.

In conclusione, ognuno porta con sé in questa discussione le proprie chiusure, i propri interessi e un bel quantitativo di ipocrisia.

Assolutamente noioso.

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