Cambiamo valuta

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Il dibattito tra coloro che ritengono l’euro la causa di tutti i mali italiani e chi invece ritiene che la moneta unica ci abbia salvato da anni di sofferenze maggiori è scandito da slogan e parole d’ordine a volte ingenue, a volte persino irritanti nella loro maldestra incapacità di comprendere le basi economiche minime.

Ma questo non vuol dire non prendere in considerazione chi ricorda (male) il periodo della lira come un periodo ottimale in cui bastava svalutare un poco ed emettere qualche banconota e .. oplà, ogni problema era risolto.

Pur dimenticando, fondamentalmente, che il nostro è un paese di trasformazione, senza materie prime e che dovremmo puntare alle eccellenze e non al ribasso (su cui saremmo sempre e in ogni caso perdenti), i nostalgici della lira esprimono un sentimento diffuso che non è da sottovalutare.

Bisogna però chiarire meglio ciò che sta dietro alla semplice affermazione “con la lira si stava meglio”.

Quello che non è sempre chiaro è che ciò che è mancato dall’avvento dell’euro ad oggi io partirei da mani pulite ad oggi) è l’elemento fondante di ogni società moderna: la capacità politica.

Presi con le mani nella marmellata di tangenti, malversazioni, inciuci vari, i nostri, ahimè, rappresentanti, non hanno più avuto la forza, l’autorevolezza e la capacità di fare ciò che deve fare un uomo politico: fare le scelte perchè la propria società si evolva.

Le conseguenze non sono state immediate. Ma giorno per giorno la nostra società si è incamminata verso il declino, contro cui il nostro partito si batte con tutte le sue (ancora) poche forze.

E non serve a nulla mantenere l’euro a queste condizioni.

Così come non serve a nulla ritornare alla lira.

E non è un dibattito tra economisti, perchè non è una scelta economica.

Ciò che realmente serve è adottare l’unica vera valuta che ci potrà permettere di uscire da questa profonda crisi: la fiducia.

E non è una valuta che si può affidare a dei burocrati, ma è una valuta che deve essere gestita da persone in grado di proporla con serietà e credibilità. In altre parole, da Politici con la maiuscola, in grado di parlare e di essere ascoltati.

Tutto il contrario di questa accozzaglia di personaggi che vediamo ogni giorno dibattere su argomenti che non conoscono e non capiscono.

Per adottare la vera moneta forte, la fiducia, occorrono scelte coraggiose in grado di dare una spinta all’Italia verso l’alto:

non l’assunzione di qualche precario della PA, giusto per recuperare dei voti, ma una ristrutturazione profonda che permetta non solo risparmi ma anche di tornare ad avere l’orgoglio di lavorare per un organismo pubblico, perchè è un lavoro fondamentale per la società.

non il taglio dell’IMU per utilizzare l’effetto annuncio, ma un piano serio e strutturale per arrivare realmente a meno tasse per tutti.

Solo così si riuscirà a riavere coesione sociale, si potranno rivedere investimenti, interni ed esterni, si potrà pensare di nuovo alla crescita.

Lo possiamo FARE. Ma dipende da tutti noi.

5 commenti

  1. No. Sono convinto che solo un drastica svalutazione ci porterà fuori da questa agonia.

    Come si fa a cambiare un paese che spende 853 miliardi all’anno e sono sei mesi che siamo paralizzati da 4 miliardi per imu e iva ?

    Come si fa a risanare un paese che se provi a frenare le principesche pensioni dei giudici, burocrati dello stato ti fanno una sentenza che è anticostituzionale ?

    L’alternativa alla svalutazione è solo la rivolta dei giovani che devono rifiutarsi di dissanguarsi per mantenere una classe di anziani ricchi ed egoisti.

    Spigatemi come si fa a firmare un accordo sul pareggio di bilancio e in più ci si impegna a ridurre il debito del 3% al anno per i prossimi 20 anni.

    Credo comunque, che svenderemo l’Eni , l’Enel ecc e quando non avremo più niente, non saremo noi che usciremo dall’Euro ma saranno i paesi forti che lo faranno e noi rimarremo nell’Euro con la Grecia e il Portogallo.

    E meglio uscire subito, visto che abbiamo ancora qualcosa,

  2. Io ho una speranza diversa.
    Prima di tutto, ci vuole, sì, una rivoluzione. Ma non solo dei giovani. Ma di tutti noi. Che non ne possiamo più di questo stato di cose.
    E solo quando lo capiremo in tanti e in tanti faremo gruppo contro le caste, tutte le caste, riusciremo a cambiare e a fermare il declino.
    Già riuscire a intravedere la verità (cosa non così banale, né scontata) è un enorme passo in avanti.
    Siamo pronti a non accettare più una casta che salva un minimo taglio ai propri privilegi.
    Siamo pronti a non accettare più chi discute su come farci digerire nuove tasse e intanto nomina amici e parenti in enti e istituzioni, facendoli partecipare al lauto banchetto.
    Mandiamoli a casa. Troviamo tra di noi chi è in grado di fare onestamente e bene le scelte necessarie.
    Ma prima di tutto, mandiamoli a casa

  3. Fino a quando tutti (nessuno escluso) cercheranno solo consensi e popolarità … saremo in braghe di tela.
    Bisogna avere il coraggio di assumersi delle responsabilità che ti rendono perfino impopolare ed un pò odioso.
    Altrimenti …….

  4. Il problema fondamentale non è se mantenere l’euro o ritornare alla lira. La soluzione del problema dovremmo essere noi cittadini con le nostre reazioni di indignazione per far riflettere coloro che continuano a dimostrarsi incapaci di attuare provvedimenti di grande coraggio, tale da consentirci di riprenderci dal cancro che ci sta sommergendo. Cancro che si poteva distruggere proprio con la introduzione della nuova moneta. Non serve essere economisti per poter guardare la realtà: prima dell’ euro avevamo un debito pubblico che si aggirava intorno ai due milioni di miliardi di lire, corrispondente più o meno a mille miliardi di euro; oggi abbiamo superato i duemila miliardi di euro e cioè corrispondente a quattro milioni di miliardi di lire. E poi, mi domando, tutta questa marea di denaro nel frattempo dove è andata a finire se continuiamo a emettere buoni del tesoro per coprire la mancanza di liquidità dello Stato, nonostante il sangue versato nel 2012? Che abbia detto stupidaggini? Se si, datemi una tirata di orecchie! Nonostante tutti i mali che noi saremmo in grado di superare, in quanto Italiani, c’è un fatto che forse non viene preso nella dovuta considerazione: quando il popolo non avrà più soldi per pagare le nuove tasse che già si stanno intravedendo all’orizzonte,e le amministrazioni pubbliche non potranno pagare gli stipendi e la forza pubblica verrà a sequestrarci i nostri beni, cosa accadrà? Non abbiamo una classe politica che riesca a comprendere la gravità di quello che stiamo sopportando.

  5. C’è purtroppo molta verità in ciò che dici, altro che tirata d’orecchie.
    La verità è tutta sotto i nostri occhi: troppo debito.
    L’unico argomento che mi impedisce di scaricare la colpa completa sui nostri politici è l’interesse che ancora troppi italiani hanno nel mantenere la situazione così com’è.
    Troppo spesso per piccoli interessi di breve durata si accettano situazioni che non si capisce faranno danno per molti anni a venire.
    E’ probabilmente anche l’unico motivo per cui l’Italia non è ancora scesa in piazza con violenza.
    Ma si sta arrivando velocemente al momento in cui la somma delle “convenienze” è comunque inferiore alla somma dei pesi che vengono addossati. E a quel punto ci sarà la reazione vera.

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