Il buono, il brutto e il cattivo

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Diciamo la verità, le elezioni europee non hanno mai interessato nessuno.

E neanche questa volta è diverso.

Sono sempre state un’ottima occasione per mettere a riposo qualche personaggio ormai vetusto e obsoleto, oppure un modo per mandare qualche giovane a farsi le ossa e a rispolverare le lingue studiate a scuola.

Ma non sono mai state considerate un’occasione politica.

E anche questa volta non è diverso.

Il buon Renzi ne farebbe volentieri a meno, dovendo affrontare il voto quando è ancora agli annunci e molto lontano dal realizzare le promesse.

La destra è allo sbando totale, non è riuscita a riunire i due tronconi di NCD e FI (le cui differenze sono un mistero più fitto del terzo segreto di Fatima), ha un Berlusconi ormai anziano e messo nell’angolo persino dai suoi pretoriani; tanta è la confusione che chi ha avuto un minimo di tempo in più per organizzarsi, Fratelli d’Italia, è l’unica che riesce ad essere realmente presente sul territorio e sono sicuro raccoglierà molti consensi.

Grillo, il vincitore annunciato, colui che raccoglierà masse notevoli di scontenti, è molto più in difficoltà di quanto possa sembrare.

Ha urlato a gran voce “usciamo dall’euro” e “facciamo un referendum”, accorgendosi poi che non è così semplice né veloce.

E se la semplicità puoi superarla con la spinta emotiva ed elettorale di milioni di voti, la velocità è per lui un nemico insuperabile.

I suoi elettori vogliono vedere subito i risultati e un differimento degli stessi potrebbe esporlo al rischio di essere visto alla stregua di tutti gli altri, una volta raggiunto il potere.

Perché è questo il problema: cosa vogliono realmente gli elettori e cosa propongono i vari schieramenti ?

Molta è la confusione sotto il cielo, perché tutti noi siamo passati velocemente, troppo velocemente, dalle vacche grasse alle vacche magre.

La crisi, reale e percepita, è precipitata dall’ottimismo berlusconiano all’emergenza montiana.

La precarietà, figlia anche dei troppi diritti ceduti ad alcuni in cambio di doveri per altri, ha creato una sensazione di provvisorietà che è difficile superare.

Anni di denunce di sprechi, di inquinamento, di corruttele ha creato quella che in un mercato si chiamerebbe una domanda; una domanda incoerente e contraddittoria, che è insieme di decrescita e  di posti di lavoro, di lavoro meno sclerotizzata e di maggiori controlli, di chilometri zero e di minor costi.

E la politica risponde come può e come riesce. Si è abituata ad anni di clientele e non può che continuare così, cercando di trovare corrispondenti sul territorio e non trovandoli perché la società si è frammentata, la crisi ha reso ancora più solitarie ed egoiste le persone, meno disponibili a fare gruppo e a muoversi coesi.

Leggete i programmi dei partiti, togliendo il simbolo ad ognuno di loro.

A parte la Lega, che si è lanciata nel tentativo suicida di espandersi al sud e recuperare credibilità al nord proponendo un improbabile ritorno alla lira (sicura di essere in assoluta minoranza e di poter sbraitare quanto vuole, non contando nulla), troverete le stesse proposte e le stesse soluzioni in tutti: meno tasse, meno sprechi, più soldi per aziende e famiglie, taglio di qui, taglio di là…

Peccato, e in questo ha perfettamente ragione Grillo, che dicano le stese cose da vent’anni, che non le abbiano mai fatte e che abbiano perso ogni credibilità.

Ed è sulla credibilità che si gioca gran parte del voto prossimo venturo.

E Scelta Europa, in questo gioco ? E Fare all’interno di Scelta Europea ?

Dobbiamo prima di tutto ammettere una cosa: noi non siamo capaci.

Non urliamo e non sbraitiamo.

Non promettiamo soldi, pensioni o prebende a destra e a manca.

Siamo, purtroppo, gente seria. Studiamo il problema, lo valutiamo, valutiamo le possibili soluzioni e le proponiamo.

L’iniziativa “Non più alto del colle”, cioè stipendi per i dirigenti pubblici non superiori al Presidente della Repubblica, l’abbiamo studiata noi.

Poi Renzi l’ha fatta sua. E ne siamo felici. Perché a noi interessa un’Italia che funzioni.

Noi abbiamo pensato alle Europee candidando persone che conoscono le lingue e le problematiche.

Che vogliono andare a fare politica a Bruxelles, non gite pagate.

E’ una Scelta, appunto. Ed è Europea.

E’ meno accattivante perché noi sappiamo che dire “decrescita” vuol dire meno gente che lavora.

Noi sappiamo che dire “meritocrazia” vuol dire lottare contro un mostro pronto ad ogni mossa pur di conservare privilegi.

Noi sappiamo che l’Europa è stata costruita in modo burocratico e senza anima (senza politica), perché così era comodo.

Noi sappiamo che occorre gente con le palle e molto preparata per discutere con fondamento, diritto e senza compromessi ambigui con gli altri stati.

Sappiamo anche che non sarà facile.

Ma vogliamo provarci.

Possiamo farlo, se tra pochi giorni ve ne ricorderete al momento di mettere una croce su un simbolo.

Fate una Scelta. Fatela Europea.

Votate Scelta Europea – Fare per Fermare il Declino.

 

Hasta la libertad, siempre.

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