Il valore dell’Occidente è l’Occidente come valore. Riflessioni a margine dell’attacco terrorista di Parigi

Il terrorismo uccide in Europa: che colpa ne abbiamo?
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I recenti tragici eventi di Parigi che hanno portato all’uccisione di 12 persone da parte di due fondamentalisti islamici alimentano il consueto dibattito “morale” che, come sempre accade, porta parte dell’opinione pubblica a cercare nell’Occidente, all’interno della cultura di appartenenza, le ragioni, le giustificazioni di atti violenti che sono invece esterni, e che come tali devono essere considerati: attacchi nemici a una cultura liberale. L’azione terrorista di Parigi del 7 gennaio non è colpa dell’Occidente, bensì della degenerazione violenta che trova una giustificazione nella religione islamica; ma non è l’Islam a giustificare tali atti, benché l’assenza dalle piazze della massa dei musulmani moderati per protestare contro tali atti debba far riflettere (e l’auspicio è che tale affermazione venga immediatamente smentita dai fatti). Noi Occidentali non abbiamo responsabilità di ciò che è accaduto, ma paghiamo a caro prezzo la nostra inerzia intellettuale e politica, il nostro ingiustificato senso di responsabilità e la nostra ricerca di giustificazioni.
L’Occidente – e noi Europei in particolare – ha un ingiusto quanto immotivato senso di colpa.
Un senso di colpa che discende da un giudizio autocritico che non ha ragione d’essere, un’accusa ingenua che è conseguenza di un’autoanalisi impietosa del nostro passato coloniale (o pseudo coloniale nel caso italiano).
Un trascorso coloniale che ancora oggi – pur senza comprenderne le ragioni – viviamo e interpretiamo come macchia vergognosa del nostro passato; una macchia che si impone come un macigno nelle nostre coscienze, che influisce sulle nostre scelte politiche o nei confronti delle problematiche in parte provenienti dall’area africana e mediorientale. Problematiche che spesso, non sempre, sono vere e concrete minacce che noi ci rifiutiamo di riconoscere come tali, timorosi di essere additati quali insensibili, quando addirittura razzisti o islamofobi.
E così accettiamo, nel nome di un ideale incompreso, indefinito, le conseguenze di tali problematiche, di tali minacce, negando anche a noi stessi la possibilità di comprendere e di affrontare ciò che ci colpisce, ciò che ci umilia, ciò che ci danneggia. E così facendo nuociamo a noi stessi, al nostro Paese – scrivere “Patria” ci spaventa perché ci colloca su un definito piano ideologico? – alle generazioni che succederanno alla nostra.
Ma se pure vogliamo leggere nel nostro passato europeo coloniale una colpa delle generazioni che ci hanno preceduti, è però ingiusto, aberrante, pensare che tali colpe debbano ricadere sulle generazioni successive, e dunque anche la nostra.
Noi non abbiamo colpa, semmai l’abbia avuta la generazione di uomini e donne che ci ha preceduti e che ha lasciato in consegna una cultura che è sotto molti aspetti – certamente non tutti – una cultura che ha già compreso, sopra la propria pelle, la necessità di ammettere l’autocritica e il libero pensiero: la libertà individuale come valore. È la cultura dell’Occidente, un valore da esaltare, da difendere… per libera scelta non per dogma.
La nostra storia deve essere accettata come momento del nostro passato; senza di essa noi non saremmo ciò che siamo oggi, non avremmo la possibilità di fare autocritica, di guardare avanti e, con buona probabilità, vivremmo oggi dinamiche che invece abbiamo vissuto in passato.
L’Occidente è oggi portavoce di valori inclusivi, basati sulla tolleranza, sull’accettazione del diverso, sul processo intellettuale, economico e tecnologico. L’Occidente di cui sono orgogliosamente parte è quello in cui vivo e che sento mio.
Ciò che è successo a Parigi potrebbe accadere a breve anche in Italia: come reagiremo? Daremo ancora una volta la colpa a noi stessi, all’Occidente?

@cbertolotti1

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