L'uomo giusto nel posto sbagliato

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Frequentando i social e le parole della politica, ho raggiunto un punto di saturazione verso gli atteggiamenti costanti di critica verso chiunque su qualunque argomento.

Ho provato pertanto a riflettere e a sforzarmi di trovare punti positivi nella compagine politica che ci guida dall’avvento del rottamatore in avanti.

Mi sono accorto che la politica è normalmente estremamente brava nel riuscire a scegliere i peggiori rappresentanti per ogni ruolo ricoperto.

C’è da intervenire sulle banche, in crisi da anni e su cui lo Stato dovrebbe spendere tutta la propria autorevolezza per recuperare anni di ignavia? Ecco a disposizione una giovane e aitante promessa della politica con famiglia introdotta e inserita nel perverso meccanismo che tanti danni ha fatto.

C’è da gestire una scuola che non riesce più a preparare i giovani al futuro che li attende e che ha sempre meno necessità di insegnanti ? E’ pronta la sindacalista di lungo corso, che è un po’ come affidare a Landini la ristrutturazione della FCA …

A volte però anche alla politica scappa l’errore che non ti aspetti, ed ecco che salta fuori l’uomo giusto nel posto sbagliato, dove rischia di fare bene, tanto bene da mettere in difficoltà persino chi lo ha piazzato lì.

E’ capitato con Tito Boeri, un economista alla guida dell’INPS.

Messo lì per fare da icona inutile e meritocraticamente spendibile, ha avuto il coraggio di non accontentarsi di poltrona e stipendio.

Le sue idee, tutte a partire dai numeri letti e controllati del suo Istituto, sono, come ogni proposta, condivisibili o meno.

Ma certo ciò che le rende particolarmente allettanti è il fatto che la politica le ha tranquillamente ignorate e snobbate, quando non le ha rispedite al mittente senza entrare nel merito, ma dichiarandole “irricevibili”.

Il pensiero immediato è che possano essere troppo valide e troppo serie per essere prese in carico da una manica di incompetenti quali i nostri politici mediamente riescono a risultare.

L’ultimo uomo sbagliato nel posto giusto è Minniti.

Una storia tutta di sinistra, una garanzia di abitudine alle direttive del Comitato Centrale che dovevano permettere di continuare a gestire emergenze ed affari legati all’immigrazione senza colpo ferire.

Insomma, la continuità rispetto a quell’uomo per tutte le stagioni e per tutte le casacche che risponde al nome di Alfano.

E invece che ti va a combinare ? Pretende un incredibile adeguamento alla legalità, quasi fosse un uomo di destra qualunque.

Richiede che le ONG non vivano all’interno di bolle fuori dal mondo, con regole e leggi auto definite, ma che rispettino la legge italiana, per lo meno se vogliono agire al suo interno e godere dei suoi aiuti e della sua organizzazione.

E nel giro di una settimana blocca quasi del tutto quel flusso ininterrotto di persone alla ricerca di un passaggio a Nord-Ovest che sembrava impossibile fermare.

Dimostrando ancora una volta come le strategie della sinistra siano tutte dettate da ideologie e interessi non troppo chiari.

Dimostrando che questi personaggi sono ben poco affidabili, e che è ora di un vero cambio (generazionale, ma soprattutto di prospettive e strategie).

Sperando che nel frattempo saltino fuori altri uomini giusti in posti sbagliati.

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