NOVARA HA SPRECATO DELLE GRANDI OPPORTUNITÀ.

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Dobbiamo seguire l’esempio dei nostri lungimiranti predecessori novaresi che
con passione si sono dedicati all’arte e alla cultura e che con grande generosità hanno deciso di donare alla comunità di Novara importantissimi beni
artistici  e culturali?

A questa domanda istintivamente verrebbe da rispondere di
sì ma poi pensando ai casi più eclatanti di mal gestione si cambia
immediatamente idea!

Questa è la nota dolente: in molti casi la pubblica amministrazione non ha adeguatamente gestito questi “tesori” lasciandoli andare in rovina o
non si è attivata per consentire alla collettività di fruirne come previsto dalla volontà dei donatori.

Primo da ricordare è l’Avv. Carlo Negroni, nato a Vigevano il 28 giugno 1819 e morto a Novara 15 il gennaio 1896, che per volontà testamentaria lasciò tutti i suoi ingenti possedimenti alla città di Novara.

In particolare volle che la sua ricca collezione di rari libri d’epoca fosse accorpata alla raccolta civica trasformando la propria abitazione in biblioteca pubblica.

Inoltre volle che  parte delle sue risorse economiche fossero utilizzate per istituire l’Opera  Pia Negnoni degli Asili d’Infanzia per offrire un concreto sostegno ai bambini poveri, soprattutto nel periodo di vita in cui  necessitano più assistenza: da oltre 100 anni questo istituto d’infanzia è un punto di riferimento per la città. Uno dei vincoli testamentari posto dal benefattore era che il Comune di Novara si prendesse cura della manutenzione della sua Tomba: il risultato è che essa versa in uno stato di conservazione vergognoso e pietoso.

Un altro benefattore fu il Rag. Alfredo Giannoni, benestante novarese nato  nel 1862 e vissuto sino all’età di 82 anni, che donò ai Musei Civici di Novara tra il 1930 e il 1938, quasi 900 opere d’arte tra quadri e sculture dei più famosi artisti dell’800 e del ‘900. La collezione, tra le più importanti e  prestigiose d’Italia, non è stata aperta al pubblico per venticinque lunghissimi anni, un periodo terribilmente buio in cui queste opere di notevole valore sono state “dimenticate” nelle stanze del Broletto senza che mai venissero esposte neanche a rotazione temporanea.

Finalmente, il 19 marzo 2011, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la cittadinanza si è riappropriata di questo importantissimo tesoro che ha ritrovato una degna
e nuova sede espositiva nel Broletto restaurato.

Dobbiamo grande riconoscenza al Cav. Ettore Bossi, nato a Galliate il 30  agosto 1876, amante della cultura, che morì il 10 febbraio 1951 e donò al Civico Istituto Dominioni di Novara la sua stupenda dimora Antonelliana di circa 6.000 mq che si affacciava sul Baluardo Quintino Sella; purtroppo l’ edificio, come ben sappiamo, è stato lasciato nell’incuria e in completo abbandono per oltre vent’anni senza che nessuno intervenisse, anche in maniera forzata, a proteggerlo e salvarlo da quel degrado che ormai ne ha danneggiato gravemente la struttura interna.

Per riportare l’attenzione sulla problematica di Casa Bossi, è intervenuta la Delegazione FAI di Novara che ha avuto l’idea di proporla come “Luogo del cuore FAI 2011”: il censimento ha riscosso una grandissima
mobilitazione in città al punto da farla diventare il secondo bene più votato d’ Italia con 26.150 segnalazioni e ha portato alla ribalta della cronaca nazionale l’edificio progettato dall’Arch. Alessandro Antonelli che purtroppo era  finito nel più completo “dimenticatoio”.

Ora possiamo solo sperare nell’intervento di fondazioni, associazioni e privati per trovare i fondi necessari per recuperare e restaurare la monumentale casa.

Non possiamo dimenticare la Casa Museo Rognoni Salvaneschi, ricca di collezioni d’arte e di preziosi arredi conservati nell’omonimo palazzo quattrocentesco di via Cannobio, che la Signora Alessandra Rognoni Salvaneschi, nata nel 1904, donò al Municipio quando morì nel 1983 e che da 30 anni non è fruibile al pubblico. Bisogna però riconoscere che negli ultimi cinque anni il Comune di Novara ha compiuto un notevole passo in avanti affinché gli arredi del Museo vengano esposti: infatti ha restaurato due stanze al piano  terra per mettere in mostra temporaneamente parte delle collezioni che si  trovano ai piani superiori e che per ragioni di sicurezza non sono  accessibili.

Un sentimento di gratitudine è rivolto anche alla memoria della Famiglia Faraggiana per le ingenti donazioni fatte alla Città: il Senatore Marchese Raffaello Faraggiana, nato a Novara nel marzo del 1841 decise di costruirsi un teatro personale nel 1905 che riuscì a godersi solo per sei anni.

Infatti quando morì nel giugno del 1911, a settant’anni, lo donò ai novaresi con lo specifico intento che fosse continuata l’ opera appena intrapresa.

Purtroppo il Teatro Faraggiana è chiuso per restauro da oltre 18 anni; speriamo che finalmente possa riaprire i battenti ormai serrati da troppo tempo per il restauro, visto che per costruirlo ci volle solo un anno e mezzo!

Questi esempi citati evidenziano come ingenti patrimoni artistico-culturali donati da facoltosi benefattori alla collettività non siano stati gestiti e sfruttati al meglio per l’incapacità della pubblica amministrazione e  la mancanza di fondi da destinare alla cultura: e questo non ha fatto altro che creare notevoli perdite economiche al nostro territorio oltre a non rispettare le volontà testamentarie dei donatori.

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