Un uomo solo al comando

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Come imparare qualcosa anche dal calcio.

Il mondiale appena passato ha dato a tutti alcune lezioni pratiche, da non trascurare.

Molte nazionali si sono preparate puntando sul campione, sull’uomo in grado di risolvere con il suo estro e la sua fantasia tutti i problemi.

Persino troppo facile pensare a Italia ed Argentina, ma non sono certo state le uniche.

Il Brasile non ha neanche capito di avere in Neymar l’unico vincente, fino a che non sono arrivate la Germania ma ancora di più l’Olanda a ricordarglielo.

Perché se la sconfitta con i tedeschi si poteva giustificare con lo scoramento, è sicuramente l’altra che ha riportato tutti i carioca con i piedi per terra.

Per quanto riguarda l’Italia, ha sfiorato il ridicolo puntando su un fuori classe che è sicuramente più fuori che classe.

L’immagine di Messi che vomita in campo durante la finale è la dimostrazione di come non si può chiedere l’impossibile ad un solo uomo.

Per quanto forte, avere sulle spalle la responsabilità di tutta una nazionale (evito di dire una nazione) è un peso in grado di schiacciare chiunque.

Ora non è il caso di incensare troppo la Germania, squadra forte, sì, ma sicuramente non simpatica.

Credo che più antipatico di Mueller ci sia solo Ibrahimovic e anche quel marcantonio del portiere dimostra già troppa sufficienza per far vibrare le corde della passione.

Ma non hanno vinto loro il mondiale. Il mondiale lo hanno vinto Lahm e Hummels, Schweinsteiger e Kramer, Klose e Gotze.

Cioè una serie di giocatori che hanno fatto della serietà la loro bandiera.

Hanno tutti un basso profilo, non sono prime donne, non pretendono che la squadra giochi per loro ma si mettono loro a disposizione della squadra.

Ora, quale lezione possiamo trarne ?

E’ ormai da più di un anno che sento parlare della necessità di trovare qualcuno in grado di guidare il centro destra fuori dalle secche in cui è finito.

Qualcuno in grado di sostituire Berlusconi, l’uomo immagine per eccellenza, il Maradona in grado di raccogliere voti oltre ogni merito e capacità.

Tutti voi potete fare un veloce elenco dei nomi che si sono via via affacciati nel tentativo di andare a coprire l’area moderata.

La maggior parte ha fatto la fine di Balotelli, qualcuno ha ricordato ai più anziani il buon vecchio Blisset , nessuno sembra avere (per fortuna) la stoffa per emergere ed imporsi.

Perché quello che più mi stupisce è che ben raramente si parta dal concetto di costruire prima la squadra, come ha fatto la Germania, e poi si cerchi il fuoriclasse per l’ultimo scatto vincente.

Io penso si debba trovare più un Low, un allenatore che ha avuto una carriera calcistica di secondo piano, ma che ha saputo dare sostanza e credibilità alla squadra.

Che ha saputo sussurrare le parole giuste al ragazzino Gotze (dimostra di essere meglio di Messi) per caricarlo al momento di farlo entrare in campo.

Perché si può anche non essere campioni oltre ogni limite, ma la voglia, la determinazione, la rabbia e la costanza possono risultare vincenti più della tattica e della tecnica.

Il mondo liberale è ancora attonito dopo i risultati elettorali. Non può convincersi di essere stato sostanzialmente ignorato dall’elettorato.

Io credo che sia soprattutto perché siamo stati superati dal tempo.

Le nostre proposte sono quasi esclusivamente economiche, mentre non è questo che serve oggi.

La necessità di minori tasse, minori spese pubbliche e di riforma dello stato sono talmente evidenti che sono diventate le parole d’ordine di quasi tutti.

Quello che serve oggi è ciò che va oltre l’economia.

Serve un nuovo patto sociale, in cui si incrociano le necessità di chi deve ricostruire un percorso lavorativo con la modulazione e l’assorbimento di emigrazioni dalle zone purtroppo sempre calde del mondo.

Serve una politica estera che abbia una visione strategica di come posizionarsi di fronte a nuovi poteri forti, come la Cina, l’India e il Brasile.

Servono nuove risposte ad un Welfare che non può più reggere strutturato così com’è, ma che può essere affrontato in modo articolato e avendo sempre in mente la massa di persone che può essere gravemente danneggiata da una cattiva impostazione.

Server una giustizia funzionante, non politicizzata e ancor più non  interessata alle prime pagine dei giornali, ma alla soluzione delle cause.

Servono riposte chiare sui diritti civili, che sono ormai patrimonio comune per la maggior parte della popolazione, ma che per paura e ignoranza vengono spesso calpestati o, al contrario, utilizzati come clava per bassi interessi di bottega.

L’atteggiamento di molti liberali è spesso quello di pensare di essere tanto preparati ed intelligenti da aver chiaro davanti a sé ogni soluzione.

E’ ora di dimostrare l’intelligenza e le capacità, formulando un nuovo modello di società, capace di rispondere realmente alle sfide dei prossimi anni e di costruire qualcosa da lasciare ai nostri figli per cui essere orgogliosi

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